Il lavoro del fotografo non si ferma al taglio della torta
QUANDO INCONTRIAMO I CLIENTI LA PRIMA VOLTA, SPESSO CI TROVIAMO A SPIEGARE COSA SIA LA POST PRODUZIONE, POICHÉ QUASI TUTTI ORMAI IMMAGINIAMO LA POSTPRODUZIONE COME QUALCOSA CHE CREA EFFETTI PARTICOLARI SULLE IMMAGINI O LE STRAVOLGE COMPLETAMENTE.
CON 5 ESEMPI VEDIAMO INSIEME COS’È LA POST PRODUZIONE DELLE FOTO DI MATRIMONIOO E PERCHÉ SECONDO NOI LA MIGLIORE POSTPRODUZIONE È QUELLA CHE NON SI VEDE.
Può capitare che qualche ospite inconsapevole capiti nell’inquadratura. Il giusto ritaglio può salvare la scena.
1.La post produzione delle foto di matrimonio non è un elemento da sottovalutare
Siamo tutti abituati oggi a fare click, che sia con una fotocamera o con un cellulare poco importa, il risultato che vediamo nello schermo già ci soddisfa. La fotocamera però restituisce un’immagine già elaborata, quindi postprodotta, migliorata ad esempio nella luminosità e nel contrasto, poiché i sensori (così come le vecchie pellicole), hanno una sensibilità diversa da quella dell’occhio umano, e dunque queste modifiche restituiscono un aspetto naturale alle foto. Insomma esattamente quello che prima faceva lo stampatore in camera oscura, solo che oggi è tutto più veloce.
2. Perché il fotografo di matrimoni non può scattare direttamente in Jpg e lasciar fare alla fotocamera?
Sicuramente potrebbe farlo ma, da un punto di vista tecnico, avrebbe bisogno sempre di condizioni di luce ottimali, cosa davvero difficile soprattutto ai matrimoni.
Da un punto di vista artistico, la postproduzione è il motivo per cui avete scelto quel fotografo. Postprodurre una fotografia significa anche rendere l’immagine così come l’artista la vede, ed è quel modo di vedere le cose, di inquadrarle e di illuminarle che vi ha colpito.
Ecco perché il fotografo scatta in Raw, un formato di file più ricco di informazioni digitali rispetto al Jpg, che garantisce una buona gestione del file nella postproduzione, cosa che un Jpg non sempre riesce a fare. Ed ecco perché se il fotografo vi consegna i file Raw per darvi tutti gli scatti spesso non potete aprirli, perché non avete gli strumenti per farlo.
A destra la foto che esce dalla fotocamera in raw, a sinistra migliorata nei contrasti, nelle luce e modificata nelle macchie di trucco.
3. Quali sono allora le modifiche si fanno più spesso dopo il reportage di matrimonio?
Durante il reportage fotografico, non facendo mai mettere gli sposi in posa, si ha spesso pochissimo tempo per scattare e di conseguenza curare l’immagine, non è raro che qualche ospite inconsapevole entri nell’inquadratura rovinandola, o che una scena cada sotto l’occhio del fotografo senza che si sia avuto il tempo di impostare la fotocamera. La post produzione può con un ritaglio al punto giusto, o la modifica dell’esposizione, dare all’immagine un aspetto completamente diverso, così come il fotografo l’aveva vista.
Spesso poi, trattandosi di reportage di matrimonio, e non di reportage giornalistico, alcuni elementi fastidiosi dal paesaggio vanno rimossi o attenuati.
Così come risulta necessario un pizzico di fotoritocco per nascondere dei difetti temporanei, come un herpes o un brufoletto.
Qui gli sposi passeggiano mano nella mano, ma il prato non è molto curato e un palo della luce si inframmezza tra gli alberi. Ci abbiamo pensato noi poi in postproduzione a rendere più gradevole la scena.
4. Come sceglie il fotografo se una foto va fatta a colori o in bianco e nero?
Quando si scattava a pellicola la scelta era limitata alla pellicola che si stava usando in quel momento, o pellicola in bianco e nero o a colori, oggi la tecnologia ci aiuta moltissimo in questa scelta, poiché si scatta a colori e poi si può rendere la foto in bianco e nero. Perché farlo?
Uno dei motivi può essere la scelta di gusto personale degli sposi, ma più spesso è il fotografo che sceglie. Il bianco e nero restituisce un’emozione diversa, più intensa, perché l’occhio si concentra di più sulle emozioni senza essere distratto dal colore.
Allo stesso modo il bianco e nero aiuta quando un colore vivido, come il rosso, distrae l’occhio dalla scena principale.
5. La miglior postproduzione è quella che non si vede
Sicuramente sono gusti personalissimi, c’è a chi piace la foto scattata in HDR, a chi piace il bianco e nero con dettagli di colore, chi ama i colori seppia, vintage e quelli opachi. Molto spesso però si tratta di mode, ve le ricordate le foto dai bordi bruciati degli anni ’80? Le mode passano velocemente e rischiereste di ritrovarvi con immagini che non vi piacciono più, nel giro di pochissimi anni. Perché l’occhio si abitua alla moda del momento. Se invece l’immagine restituisce dei colori naturali così come l’occhio umano li vede, non avrete di che stancarvi.